Il dolore al ginocchio è una condizione clinica molto frequente, che può interessare soggetti di tutte le età e con abitudini sportive e lavorative differenti. Le cause possono essere svariate, tra cui lesioni ossee, tendinee o legamentose, patologie infiammatorie o degenerative, sovraccarichi o deficit funzionali. A seconda dell’età del paziente e della localizzazione del dolore si possono identificare diversi quadri clinici indicativi di alcune patologie specifiche. Nei bambini e negli adolescenti le patologie che vengono riscontrate con più frequenza sono la sublussazione rotulea, l’apofisite tibiale, anche conosciuta come sindrome di Osgood-Schlatter, la tendinopatia rotulea e l’osteocondrite dissecante che generalmente determinano dolore nella regione anteriore del ginocchio.

Nella maggior parte dei casi queste patologie sono correlabili all’attività fisica, all’età e al BMI (indice di massa corporea) dei soggetti. Per quanto riguarda gli adulti, il dolore al ginocchio dipende nella maggior parte dei casi da traumi, che determinano lesioni soprattutto meniscali o legamentose (ad esempio lesione dei legamenti collaterali e/o del legamento crociato anteriore), ma anche da artropatie infiammatorie e disturbi muscoloscheletrici come la sindrome femoro-rotulea, che può colpire anche gli adoloscenti. Infine, le principali cause di dolore al ginocchio nella popolazione anziana vengono invece identificate in patologie come l’osteoartrosi, le artropatie infiammatorie come ad esempio la gotta, o la presenza di alterazioni strutturali, tipo lesioni degenerative meniscali, lesioni cartilaginee o cisti di Baker.
Ciascuna di queste patologie ha una propria eziologia, dei propri fattori aggravanti e allevianti, e una specifica manifestazione clinica. Per questo motivo è fondamentale che vengano effettuati un’approfondita indagine anamnestica e un determinato esame obiettivo, con test precisi e caratteristici per ogni patologia ipotizzata. Se non vengono identificate le cause del dolore al ginocchio e se la sintomatologia non viene trattata correttamente, il quadro clinico può evolvere in compensi, recidive e mantenimento a lungo termine delle manifestazioni cliniche.
Il fisioterapista e lo specialista hanno quindi un ruolo chiave nella gestione del dolore, non solo a scopo diagnostico e di trattamento, ma soprattutto per educare il paziente a gestire le cause e la sintomatologie della propria problematica.
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